Oltre 700 persone al Palaexpo di Cherasco (CN) per il tradizionale convegno sul nocciolo


Non accenna a diminuire l’interesse degli agricoltori piemontesi  per la coltivazione del nocciolo. Anche questa sesta edizione del convegno, svoltosi oggi 18 maggio 2019, ha richiamato un gran numero di tecnici ed operatori agricoli.L’evento dal titolo “Il Nocciolo, come laboratorio tecnico dell’innovazione”, è stato organizzato da Confagricoltura Cuneo,  Ascopiemonte e Piemonte Asprocor  in collaborazione con Nocciolo Service  e con il patrocinio  di numerosi partner istituzionali e privati. Anche quest’anno il convegno è stato l’occasione per fare il punto sull’attuale situazione della coltura e sulle prospettive future che si possono aprire con l’innovazione. L’evento è di particolare significato  perché, dopo il boom degli anni scorsi, gli operatori  stanno attraversando un momento di riflessione per capire  quale direzione prendere. Il benvenuto ai partecipanti è stato dato dai rappresentanti  delle Organizzazioni promotrici dell’evento: il  presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia,  la vicepresidente di Piemonte Asprocor, Nicoletta Ponchione,   e Aldo Gavuzzo vicepresidente di Ascopiemonte. Tutti hanno concordemente sostenuto  che per continuare ad essere competitivi  è necessario  puntare sulla qualità e sulla tipicità, facendo leva in particolare sull’innovazione. I lavori sono stati moderati dal giornalista di Edagricole, Lorenzo Tosi. Nel primo intervento Valerio Cristofori (DAFNE – Università degli Studi della Tuscia – Viterbo) ha affrontato il tema della “Gestione della chioma nel corileto: forme di allevamento a confronto e interventi di potatura meccanica”. Il nocciolo produce sui rami di un anno il cui sviluppo dipende  da buone condizioni di illuminazione, di conseguenza  il  sesto d’impianto ed il sistema di allevamento  devono assicurare un’adeguata illuminazione della chioma , oltrechè permettere la meccanizzazione delle operazioni colturali. Per la stessa ragione la pianta deve essere regolarmente potata. La potatura meccanica, sebbene necessiti di ulteriori approfondimenti, dalle prime esperienze condotte in Piemonte  ha fatto emergere risultati interessanti sia in termini di efficacia che di sostenibilità economica. A seguire Gianluca Iovine (AGROS srl – Consulenza integrata in agricoltura – Napoli)  ha parlato del “Cambiamento nello scenario degli erbicidi e spollonanti autorizzati sul nocciolo”.  Il panorama degli erbicidi e degli spollonanti si presenta in questo momento particolarmente dinamico a causa della revoca di diversi principi attivi di ampio impiego in corilicoltura. Il quadro si complica a causa dell’aumento dei fenomeni di resistenza delle infestanti a diverse molecole erbicide. L’approccio più corretto è di tipo integrato, facendo ricorso anche alle lavorazioni e all’inerbimento controllato dell’interfila, tuttavia non è ancora possibile prescindere completamente dall’uso dei diserbanti e spollonanti chimici. In questo senso acquistano particolare interesse i diserbanti PPO come il Pyraflufen-etile, che svolge una interessante azione dicotiledonicida oltre che spollonante. E’ stata poi la volta di Gianluca Oggero (Laboratorio Crop Protection Technology – DiSAFA – Università di Torino) che ha trattato “L’innovazione nella corretta distribuzione degli agrofarmaci nel noccioleto”. Dalle esperienze condotte  emerge chiaramente come nella difesa del corileto sia necessario fare uso di irroratrici progettate appositamente per la frutticoltura e possibilmente equipaggiate con ventilatore ottimizzato perché sono le uniche a consentire una distribuzione regolare su tutta la chioma. Occorre invece evitare  macchine come quelle per la viticoltura anche se modificate, che sono sovente impiegate nelle aree dove la coltivazione del nocciolo si accompagna  alla quella della vite. I volumi ottimali variano dai 900 ai 1000 litri ad ettaro. In conclusione Vincenzo Lenucci (Responsabile Area Economica e Centro Studi – Confagricoltura) è entrato nel merito delle “Opportunità per le imprese nella filiera corilicola”. Le opportunità della filiera sono molteplici anche perché i consumi sono in crescita sia in Italia che nel mondo, ma occorre saperle sfruttare attraverso l’innovazione non solo nei processi produttivi ma anche nella comunicazione ai consumatori. L’Italia deve progredire nell’introduzione dell’innovazione essendo solo al nono posto a livello europeo. Occorre accrescere l’accesso ad internet nelle aree rurali, aumentare la spesa pubblica per ricerca, sviluppo e trasferimento  alle aziende agricole. Anche la politica deve fare la sua parte incentivando di più con la PAC,  riducendo i  vincoli e la burocrazia e offrendo più attenzione alle reali esigenze delle imprese. I lavori sono stati conclusi da Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, e da Gianluca Griseri di Nocciolo Service che hanno ringraziato i relatori ed i partecipanti.