Giansanti indica le priorità per i prossimi quattro anni di Confagricoltura


In cima al programma del presidente, di recente riconfermato alla guida della Confederazione, ci sono la riorganizzazione del sistema confederale, l’investimento sul capitale umano e il rafforzamento delle strutture territoriali

 

Rivendica con orgoglio il ruolo di imprenditore agricolo e di imprenditore di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, aprendo i lavori dell’assemblea che lo ha confermato, all’unanimità, alla guida di Confagricoltura per i prossimi quattro anni, dopo due mandati. Il perno su cui ruota la sua relazione programmatica di fronte ai delegati arrivati da tutta Italia sta proprio in questa parola, impresa, sulla cui tutela Confagricoltura ha sempre basato la sua politica, in maniera autorevole e con una specchiata reputazione, restando sempre radicata nelle proprie tradizioni e nei propri valori, ma capace di guardare al futuro e di innovarsi.

“In questa sala, da poco restaurata - ha detto Giansanti riferendosi alla magnifica Sala Serpieri di Palazzo della Valle - c’è la storia dell’agricoltura italiana. Perché Confagricoltura è la storia dell’agricoltura italiana, la storia delle innovazioni attraverso tutte le rivoluzioni degli ultimi cento anni. È da questi valori che dobbiamo ripartire per mettere in atto la nostra missione dei prossimi anni: rafforzare il settore agricolo italiano, promuovendo il dialogo, l’innovazione e l’efficienza, le nostre stelle polari, sempre nel rispetto delle nostre radici”.

Confagricoltura si trova in un momento cruciale, per le sfide globali, europee e nazionali a cui sono chiamate le sue imprese e la sua stessa capacità di rappresentarle, tra incertezza economica, crisi sanitarie e geopolitiche globali, principalmente derivate dalle guerre in atto, ma anche per le opportunità che queste sfide offrono per ripensare il modo di fare sindacato. “La resilienza e capacità di adattamento delle nostre imprese e della nostra Confederazione hanno permesso non solo di superare le avversità, ma di emergere più forti di prima”, ha chiosato Giansanti.

Il presidente ha quindi ricordato le linee strategiche tracciate nelle due precedenti relazioni alle assemblee elettive del 2017 e del 2020 e gli importanti traguardi raggiunti in questi sette anni: i recenti risultati a Bruxelles sulla PAC e sul Green Deal, nonché quelli avuti in Italia su agroenergie, agricoltura 4.0, PNRR, Nutriscore, solo per citare alcuni esempi. E l’ultima grande vittoria, quella sulle TEA. Oggi in Lombardia si sta sperimentando in pieno campo, in una azienda associata, riso NGT. “Battaglie vinte da Confagricoltura, anche se ora tutti ne rivendicano la paternità salendo sul carro dei vincitori”, sottolinea Giansanti.

Confagricoltura intende continuare a lavorare guardando al futuro, garantendo sempre la stabilità e la continuità dei suoi valori, accompagnando la crescita delle aziende associate, valorizzando il merito e non le posizioni di rendita, rappresentando il capitale e il lavoro. Giansanti ha rivendicato con forza il ruolo della Confederazione come punto di riferimento della filiera agroalimentare.

È per questo che è stata costituita Mediterranea, proprio con lo scopo di promuovere e proteggere il Made in Italy. “Lo abbiamo fatto con chi ha la nostra stessa visione: vincere - ha spiegato il presidente -. Perché vincere significa costruire, non avere paura, non fermarsi di fronte alle minacce. Per noi vincere significa avere il coraggio di costruire nuove relazioni di filiera, con il compito di rafforzare il ruolo dell’agricoltura, garantendo un giusto prezzo dei nostri prodotti, sviluppo e innovazione dei processi produttivi, offrendo alle nostre imprese un percorso strutturato di ingaggio che, attraverso il perseguimento comune dell’obiettivo di produrre prodotti di origine italiana e di qualità certificata anche in termini di sostenibilità, crea, con i protocolli di filiera, il presupposto per investimenti di lungo periodo delle imprese italiane e per il loro rafforzamento in termini di competitività, anche sui mercati internazionali”.

Giansanti ha quindi invitato i dirigenti dell’associazione a guardare oltre, per costruire il modello di agricoltura del futuro, interpretando le profonde trasformazioni dei tempi che stiamo vivendo: mutata situazione geopolitica, cambiamento climatico, nuovi modelli di comunicazione, cambiamenti degli stili di vita e dei profili nutrizionali; di cui si dovrà tenere conto nella prossima riforma della PAC, che dovrà rispondere a quattro esigenze: sicurezza alimentare; protezione dei redditi, diffusione delle innovazioni, sostenibilità. E nella sostenibilità va anche incluso il ruolo essenziale svolto dall’agricoltura per la vitalità socioeconomica delle aree extraurbane, in collina e in montagna. Con un particolare focus sulla gestione del rischio.

La riorganizzazione del sistema confederale, l’investimento sul capitale umano e il rafforzamento del territorio saranno i pilastri fondamentali della prossima presidenza, attraverso lo sviluppo di una responsabilità condivisa nella partecipazione attiva alla vita associativa, per perseguire una maggiore efficienza di sistema, anche attraverso la definizione di standard minimi comuni finanziari ed organizzativi nelle strutture territoriali, per preservare la credibilità del “brand” Confagricoltura.

“Per garantire la competitività del nostro settore - ha proseguito Giansanti - dobbiamo abbracciare l’innovazione, che deve andare di pari passo con la sostenibilità. Investire in tecnologie avanzate non solo aumenta l’efficienza operativa, ma contribuisce anche a un’agricoltura più sostenibile. Ridurre gli sprechi, ottimizzare l’uso delle risorse naturali e minimizzare l’impatto ambientale sono obiettivi fondamentali che dobbiamo perseguire con determinazione. Senza tralasciare il digitale e l’uso dell’intelligenza artificiale, che può rivoluzionare il modo in cui lavoriamo e di fronte alla quale nessuno può farsi trovare impreparato. Confagricoltura ha costruito HubFarm proprio per rispondere alle mutate esigenze delle imprese e delle istituzioni”.

Di fronte al quadro di incertezza e di instabilità che stiamo vivendo e di grandi sfide da affrontare Giansanti ha invitato tutti a ripartire dall’ascolto e dal dialogo. “L’ascolto attivo delle istanze dei nostri associati e delle comunità rurali è imprescindibile e richiede un impegno condiviso da parte di tutti i membri di Confagricoltura. Il dialogo è la pietra angolare della nostra strategia. È fondamentale che ogni decisione e iniziativa siano frutto di un processo di ascolto attento e partecipato. Tutto questo richiederà un grande sforzo organizzativo per accompagnare in questa fase di transizione le nostre aziende in una nuova era, favorendo anche il ricambio generazionale e la valorizzazione del capitale umano. La passione per il nostro lavoro, il rispetto per la terra, per i nostri collaboratori e per le comunità e le nostre radici sono i valori che ci guideranno”.