Urea, il divieto di utilizzo slitta al 2028


Arrivano buone notizie sul fronte dei fertilizzanti in agricoltura: il divieto di utilizzo dell’urea, che originariamente doveva entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 2027, è stato ufficialmente posticipato al 1° gennaio 2028, come indicato nell’ultima stesura del “Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria”.

Un buon risultato frutto del grande lavoro sindacale che Confagricoltura ha messo in campo fin da subito contro una norma che presentava, e presenta tuttora, tempi e modi sbagliati. "Il divieto assoluto dell’impiego di urea nel Bacino Padano a partire dal 1° gennaio 2027 è un’imposizione insostenibile per le imprese agricole in assenza di una fase transitoria realmente attuabile e senza alternative valide presenti sul mercato" dichiara Enrico Allasia, presdiente di Confagricoltura Piemonte.

"Allo stato attuale delle cose l’urea è un fertilizzante indispensabile per le coltivazioni piemontesi. La misura che ne prevedeva il divieto di utilizzo, inoltre, non è basata su una valutazione scientifica approfondita sull’effettivo impatto ambientale" conclude.

Altro aspetto da considerare è la riorganizzazione delle filiere che non può avvenire in così poco tempo. Preoccupa, in particolare, la mancanza di alternative valide per le aziende: "I concimi azotati – evidenzia la Giunta confederale - rappresentano circa il 25% del totale dei fertilizzanti utilizzati; l’urea circa il 12%. Inoltre, negli ultimi anni l’Italia è stata virtuosa sull’uso dei fertilizzanti, riducendo di circa l’8% l’utilizzo di concimi azotati a favore di fertilizzanti organici, grazie anche a un maggiore uso del digestato e degli effluenti zootecnici. Sono dati che testimoniano un percorso intrapreso da tempo e che, secondo Confagricoltura, deve procedere con gradualità senza compromettere le produzioni agricole, anche per evitare significativi costi aggiuntivi, stimati in almeno 150 euro per ettaro."

L’iter normativo è attualmente bloccato in attesa di ulteriori valutazioni scientifiche; Confagricoltura ha chiesto di partecipare ai tavoli di confronto affinchè si formalizzino regole chiare e definite per tutti i fertilizzanti, prima di introdurre ogni forma di divieto o limitazione, che metterebbe a rischio la sostenibilità economica dell’agricoltura italiana.