Preoccupazione tra i produttori di moscato dopo la modifica su etichettatura


C’è preoccupazione tra i viticoltori associati ad Asti Agricoltura dopo l’improvviso cambiamento di idee della Commissione Ue sull’etichettatura dei vini e dei vini aromatizzati: un dietrofront che rischia di compromettere la corretta evasione degli ordini di Asti Spumante e Moscato d’Asti per le prossime festività. Sono infatti circa 20 milioni le nuove etichette già stampate che, ad oggi, risultano inservibili per le imprese che da tempo si erano uniformate ai dettami del Regolamento Ue 2117 approvato 2 anni fa e che prevedeva la possibilità di fornire, attraverso l’e-label (QR code), informazioni per via elettronica in merito agli ingredienti e alle dichiarazioni nutrizionali dei vini e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati.

L’inversione di marcia dell’Esecutivo europeo, reso noto solo il 24 novembre scorso, sta causando sconcerto tra gli addetti ai lavori: una settimana fa, infatti, è arrivato lo stop di Bruxelles che nelle linee guida ha inserito la necessità di identificare il QR code attraverso la parola “ingredients” anziché la sola lettera “i”, inizialmente ritenuta valida.

Il Consorzio Asti docg, al quale si aggiunge anche l’appello di Asti Agricoltura, ha già chiesto alle istituzioni italiane e a quelle europee di attivarsi con estrema urgenza al fine di risolvere una situazione di grave impasse, che rischia di mettere in difficoltà l’economia di un territorio con oltre mille aziende consorziate e 10 mila ettari di vitigno per una produzione di oltre 100 milioni di bottiglie, in buona parte commercializzate durante le festività natalizie.

Serve a questo punto ottenere da Bruxelles l’autorizzazione all’utilizzo, fino a esaurimento scorte, delle etichette stampate prima della pubblicazione delle linee guida.