PIEMONTE: A RISCHIO LA STAGIONE VENATORIA 2019/2020 L’Ente Produttori Selvaggina Piemonte (EPS) invita la Giunta Regionale ad approvare al più presto il Calendario venatorio ed i Piani selettivi di cinghiali e caprioli.


In seguito a molte pressioni da parte di Amministratori locali e del mondo agricolo, la vecchia Giunta regionale aveva deliberato (per un numero limitato di Istituti venatori) che  la caccia di selezione al cinghiale potesse iniziare dall’8 aprile 2019 e proseguire sino al 15 marzo 2020,  previa approvazione di specifici “Piani di prelievo selettivi”,  sia negli ambiti territoriali di caccia (ATC),  sia nei comprensori alpini (CA),  così come nelle Aziende agri-turistico-venatorie (AATV) e faunistico-venatorie (AFV). I restanti Istituti venatori che hanno presentato i “Piani” entro il 30 marzo avrebbero dovuto iniziare anche loro la caccia di selezione nel mese di aprile; purtroppo nulla di tutto ciò è accaduto perchè la Delibera relativa al Calendario venatorio 2018/2019 ed ai Piani di prelievo di cinghiale e capriolo, che doveva essere approvata lunedì 27 maggio per iniziare l’attività dal 1° giugno, è stata “lasciata nel cassetto”. Proprio dalle Aziende, rappresentate dall’ Ente Produttori Selvaggina Piemonte, è partito l’allarme sui gravissimi danni alle colture agricole e i maggiori sui rischi di incidenti stradali (provocati da collisioni con fauna selvatica) che potrebbero derivare dalla mancata adozione della delibera. Oggi più che mai, infatti, questi provvedimenti sono urgenti per salvaguardare il territorio e l’agricoltura dai danni a colture particolarmente sensibili (soprattutto vigneti e noccioleti), così come per contenere i danni agricoli in generale e mantenere, con il prelievo selettivo, le popolazioni di capriolo e cinghiale a densità socialmente ed economicamente ragionevoli. Di tutto ciò, invece, sino all’ultimo, il Presidente Chiamparino, l’Assessore Ferrero e tutta la Giunta non hanno tenuto il minimo conto, dando l’ennesima dimostrazione di come abbiano da sempre osteggiato la caccia (vedasi la L.R. n. 5/2018, seguita dai provvedimenti attuativi) dimenticando troppo spesso che il “sistema caccia” in Piemonte produce lavoro e sostegno all’economia in termini diretti, con  circa trecento occupati, e di indotto, per diversi milioni di euro, autosostenendosi senza nulla chiedere a Stato e Regione, mentre avrebbero dovuto ricordare che le varie tasse che cacciatori e aziende versano a Stato, Regione e altri Enti, forniscono tutto il denaro necessario per rifondere i danni provocati dalla fauna selvatica alle colture agricole e al territorio, per di più consentendo di  incamerare nelle casse regionali per altri capitoli quanto residua al pagamento dei danni e senza dimenticare che il territorio rurale piemontese, ricco di produzioni d’eccellenza, va difeso e tutelato in modo concreto e che la gestione venatoria, se correttamente attuata,  è parte integrante della salvaguardia ambientale. Per contro la mancata approvazione del calendario venatorio ha messo a rischio di fallimento molte realtà che sino ad oggi erano sane e producevano reddito e posti di lavoro. Siamo certi che sia il Presidente sia l’Assessore fossero coscienti che la legge nazionale (art.18 comma 4) e la legge regionale piemontese (art.13 comma 1) prevedono l’adozione e la pubblicazione del “calendario venatorio regionale entro e non oltre il 15 giugno”, ma si sono accollati questa gravissima responsabilità e saranno ricordati come i politici che hanno messo a rischio di sopravvivenza numerose aziende per un “dispetto elettorale”. La nostra associazione valuterà se la voluta omissione dell’approvazione di un provvedimento previsto dalla normativa nazionale e regionale, possa configurarsi come un’omissione di atti d’ufficio e altresì possa costituire un danno per le aziende (AATV - imprese agricole) e gli allevamenti di selvaggina il cui risarcimento sia perseguibile nei confronti non solo della componente politica ma anche dei competenti uffici, che non possono sottrarsi alle loro responsabilità. Purtroppo nelle aziende danni importanti si sono già verificati: infatti, la mancata apertura della caccia al Capriolo il 1° giugno ha portato a disdette delle prenotazioni, effettuate da mesi, e alla perdita di cacciatori anche provenienti dall’estero, con gravi danni economici per i concessionari e lo sconvolgimento di tutta l’organizzazione annuale delle attività. Aver lasciato l’approvazione del provvedimento alla nuova Giunta che, a causa dei tempi tecnici, si insedierà non prima di fine giugno, vuol dire aver messo a rischio l’intera stagione venatoria in Piemonte con tutte le problematiche che ne seguiranno. Confidiamo che, con coscienza e responsabilità, la nuova Giunta saprà invertire la rotta e riportare il giusto equilibrio fra interessi spesso diversi fra loro, ma soprattutto rispettare chi si trova sempre più frequentemente a subire i danni provocati dallo squilibrio tra la consistenza della fauna selvatica, soprattutto ungulati, e territorio. Pertanto l’EPS Piemonte, per mezzo del suo Presidente Alessandro Di Gregorio, formula un appello al neo Governatore Alberto Cirio e alla nuova Giunta affinché provvedano al più presto, con senso di responsabilità verso il mondo agricolo e venatorio, all’adozione e alla pubblicazione del calendario venatorio regionale e dei provvedimenti necessari a garantire in Piemonte il corretto svolgimento della stagione venatoria 2019/2020.