La nuova PAC 2028-2034 è in arrivo; nei prossimi mesi si entrerà nel vivo del percorso legislativo. Dopo mesi di confronto e dibattito, la Commissione europea è pronta a presentare le sue proposte.
Il primo appuntamento da segnare è il 16 luglio 2025, in tale data è attesa una doppia presentazione molto importante:
• il nuovo bilancio UE per il periodo 2028-2034;
• le proposte legislative per la riforma della PAC.
Insomma, non si parlerà solo di numeri, ma anche di regole e sostegni: cosa cambierà nei pagamenti, quali saranno gli impegni richiesti agli agricoltori, quali misure resteranno e quali saranno riformate.
È una novità importante, anche perché queste proposte arrivano prima del previsto: erano inizialmente attese per l’autunno. La Commissione ha deciso di accelerare i tempi per avviare subito il confronto politico e tecnico, anche per evitare i ritardi che avevano rallentato la partenza dell’attuale PAC, entrata in vigore solo nel 2023.
Questo anticipo, però, non piace a tutti. Molti europarlamentari chiedono più tempo per discuterne e far valere il punto di vista del Parlamento europeo, non solo quello della Commissione.
Dopo luglio, ci sono altri appuntamenti da seguire con attenzione:
• autunno 2026 – Il Consiglio dei ministri agricoli e il Parlamento UE dovranno approvare i nuovi regolamenti. Qui si deciderà davvero che forma prenderà la nuova PAC;
• autunno 2027 – Toccherà ai singoli Paesi mettere a punto le norme nazionali e i Piani Strategici, cioè i programmi su come usare i fondi della PAC a livello nazionale;
• 1° gennaio 2028 – Partenza ufficiale della nuova PAC 2028-2034.
Ancora non si conoscono tutti i dettagli, ma qualche segnale c’è già:
• si parla di semplificazione delle regole (tema molto sentito dagli agricoltori);
• potrebbero essere introdotti meccanismi per ridurre gli aiuti alle aziende più grandi (degressività e capping);
• si parla di un unico fondo (esattamente come il PNRR), ma molti Paesi, tra cui l’Italia, chiedono di mantenere l’attuale struttura a due pilastri: pagamenti diretti da un lato, sviluppo rurale dall’altro;
• il tema ambiente resterà centrale, ma con un approccio più equilibrato, dopo le forti critiche rivolte al Green Deal degli ultimi anni