Confagricoltura: “Invochiamo un maggiore sostegno economico da parte delle istituzioni per sopperire alle calamità naturali”
Da 470 a 520 euro al quintale: è questa la forbice relativa alla quotazione della Nocciola Tonda e Gentile che è stata fissata questa mattina a Castagnole Lanze durante la storica Fiera della Nocciola giunta quest’anno alla sua 166° edizione.
Si tratta di uno dei prezzi più alti espressi dalla storica manifestazione in tempi recenti e questo è un segnale evidente che conferma le difficoltà produttive in termini quantitativi. Secondo alcune stime, il prezzo potrebbe addirittura crescere ulteriormente nei prossimi mesi confermando purtroppo la scarsità di produzione.
“Confermando il trend degli ultimi anni, per la terza campagna consecutiva la produzione di nocciole è stata al di sotto delle aspettative – puntualizza Enrico Masenga, responsabile del settore tecnico della Confagricoltura di Asti – segnando uno dei livelli più bassi degli ultimi anni. Solo nel 2017 avevamo assistito a una situazione simile, allora dovuta in modo chiaro e diretto alla cimice asiatica“.
A differenza di 8 anni fa, non ci troviamo solo più di fronte ad un unico nemico, ma ad un insieme di fattori che rendono più complesso individuare una sola causa. Tutto ciò indica con chiarezza la strada da seguire: non esistono soluzioni semplici e immediate, bensì occorre rafforzare ogni aspetto tecnico della coltivazione.
“Il cambiamento climatico resta una delle componenti più rilevanti, ma non è l’unica. Per questo motivo dobbiamo concentrarci sul lavoro quotidiano in campo: il nocciolo manifesta un ‘malessere generalizzato’ e la risposta sta nell’essere rigorosi e scrupolosi nell’applicazione delle buone pratiche agronomiche“, conclude Masenga.
“La Confagricoltura di Asti è al fianco dei produttori in questo percorso. Con un lavoro attento e condiviso, puntando sulla tecnica e sull’esperienza, è possibile ridare equilibrio agli impianti e riportare stabilità alle produzioni negli anni a venire“, dichiara Cristina Bello, presidente della sezione corilicola di Asti Agricoltura.
“Comprendiamo il momento di difficoltà che stanno passando i corilicoltori. E’ indubbiamente necessario che venga garantita la giusta remuneratività del lavoro svolto dalle nostre aziende, bersagliate ogni anno da repentini cambiamenti climatici e dall’insorgenza di nuove patologie“, asserisce Gabriele Baldi, presidente di Asti Agricoltura.
“Invochiamo un maggiore sostegno economico da parte delle istituzioni per sopperire alle calamità naturali. La redditività di un’azienda non può essere compromessa dai cambiamenti climatici. E’ necessario garantire un supporto concreto in caso di difficoltà per incentivare anche le aziende a continuare a produrre in un territorio che altrimenti rischierebbe lo spopolamento”, gli fa eco il direttore della compagine astigiana di Confagricoltura Mariagrazia Baravalle.