Si confermano la struttura e la programmazione basata sul cosiddetto Fondo Unico, e si introduce l’obbligo, per ogni Stato membro, di destinare alle “aree rurali” almeno il 10% degli importi dei piani nazionali al netto dei circa 300 miliardi di euro di finanziamenti diretti già garantiti agli agricoltori.
Anche con questa percentuale in più, di cui tra l’altro occorre valutarne l’effettiva destinazione, la somma delle risorse per l’agricoltura – avverte Palazzo della Valle – sarebbe comunque inferiore di almeno il 10% rispetto all’attuale dotazione a prezzi correnti.
L’obiettivo della Confederazione è, e rimarrà, quello di garantire una politica di settore adeguata alle sfide a cui gli agricoltori sono chiamati, e questo passa da una PAC che non toglie, né diluisce, le risorse per il settore.
Le modifiche evidenziano l’insensibilità della presidente von der Leyen, che conferma il passo falso della proposta di luglio della Commissione, prontamente segnalato da Confagricoltura. La Confederazione pertanto continuerà con forza l’azione sindacale e la mobilitazione a favore dell’agricoltura italiana ed europea.