La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha approvato la relazione sul cosiddetto“Pacchetto Vino”, segnando un passaggio decisivo nel percorso legislativo della riforma del settore vitivinicolo europeo. Il pacchetto mira a rafforzare la competitività del comparto, ad affrontare le nuove sfide di mercato e a offrire ai produttori strumenti di gestione più moderni e flessibili. Dopo il voto in commissione previsto per il 12-13 novembre,
l’obiettivo politico è chiudere l’accordo entro la fine del 2025 per consentire l’adozione definitiva della riforma nei primi mesi del 2026.
Il testo approvato dalla Commissione Agricoltura introduce una serie di chiarimenti e modifiche significative alle tre normative cardine del comparto: il regolamento sull’Organizzazione Comune dei Mercati (OCM Vino), quello sui Piani Strategici della PAC e la disciplina sui prodotti vinicoli aromatizzati. Tra i punti più rilevanti figura la revisione dell’etichettatura: i vini con gradazione alcolica non superiore allo 0,05% in volume potranno essere indicati come “analcolici” accompagnati dal termine “0,0%”, mentre i prodotti con una riduzione del grado alcolico di almeno il 30% rispetto alla categoria di riferimento dovranno riportare la dicitura “a gradazione alcolica ridotta”. Si tratta di un passaggio cruciale per regolamentare in modo uniforme un segmento di mercato in rapida crescita, garantendo chiarezza per i consumatori e nuove opportunità commerciali per le imprese.
Un altro capitolo fondamentale riguarda la gestione delle crisi e la flessibilità finanziaria. Gli eurodeputati chiedono di ampliare la gamma di interventi finanziabili con fondi settoriali dell'UE, includendo estirpazione, distillazione di crisi e vendemmia verde, strumenti che consentono di rimuovere dal mercato il vino in eccesso in caso di squilibri improvvisi. Il massimale dei pagamenti nazionali per queste misure sale al 30% dei fondi OCM disponibili per ciascuno Stato membro, rispetto al 20% previsto nella proposta originaria della Commissione. È inoltre introdotta la possibilità di riportare da un anno all’altro le risorse non utilizzate, misura attesa da tempo dal comparto per ridurre la rigidità amministrativa e ottimizzare la programmazione finanziaria.
Il testo include anche disposizioni di urgenza per consentire alla Commissione europea di reagire rapidamente a turbative improvvise del mercato, quali forti oscillazioni dei prezzi e crisi di sovrapproduzione. In tali circostanze, Bruxelles potrà adottare in via immediata misure di contenimento, tra cui la sospensione temporanea delle importazioni e la riduzione volontaria della produzione. Sul fronte della produzione viticola, la Commissione Agricoltura ha approvato l'estensione di un anno dei termini per l’impianto o il reimpianto dei vigneti in caso di forza maggiore o emergenze fitosanitarie, una misura richiesta da diversi Stati membri a fronte dei danni climatici degli ultimi anni.
Il Pacchetto Vino, che dovrebbe essere discusso in trilogo entro dicembre, potrà essere adottato definitivamente entro i primi mesi del 2026. La sua attuazione effettiva dipenderà poi dai singoli Stati membri e dall’integrazione nei Piani Strategici della PAC 2028-2034. Se applicato con coerenza, il nuovo quadro normativo potrà rafforzare la tenuta economica e ambientale delle imprese vitivinicole europee, sostenendo un comparto che continua a essere una delle eccellenze produttive e culturali dell’agricoltura dell’Unione.