Consumo del suolo: aumento generalizzato del suolo sottratto all’agricoltura


Nel 2024 il consumo di suolo in Italia è aumentato del 15,6% rispetto al 2023, con circa 2,7 mq al secondo sottratti alla natura e all’agricoltura (circa 230.000 mq al giorno). Questa espansione genera problemi idrogeologici, climatici, di biodiversità e sicurezza alimentare.
Attualmente le infrastrutture e le coperture artificiali occupano oltre 21.500 km² (7,17% del territorio, contro la media UE del 4,4%). Le regioni più urbanizzate sono Lombardia, Veneto e Campania, mentre la Valle d’Aosta è la più virtuosa. Nel 2024 le maggiori perdite di suolo si registrano in Emilia-Romagna, Lombardia, Puglia, Sicilia e Lazio.
Dal 2006 il consumo di suolo è in crescita: il 98% dei comuni italiani ha registrato un aumento, indipendentemente dalla popolazione, che è stabile o in calo. Il suolo artificiale per abitante è passato da 347 mq (2006) a 365,8 mq (2024).
Il consumo deriva da cantieri (56%), edifici, aree estrattive, infrastrutture e altre superfici artificiali, con un forte aumento di pannelli fotovoltaici a terra, aree logistiche e data center. Questo comporta frammentazione ecologica, aumento del microclima urbano (+10°C nelle città del Nord) e perdita di servizi ecosistemici stimata tra 8,66 e 10,59 miliardi di euro annui.
Per ridurre il consumo di suolo, l’Italia necessita di un quadro normativo efficace, puntando a un “consumo netto di suolo zero” entro il 2050, con limiti regionali annuali e obbligo di compensazione ecologica per nuove impermeabilizzazioni. Dal 2026 il settore agricolo subirà restrizioni per l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra, esclusi gli impianti agrovoltaici, con limiti alla tassazione agevolata oltre 260.000 kWh annui.

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